Aziende da Incubo

Recentemente, mi sono confrontato con una mia collega che come me fa la consulente freelance per aziende dell’industria del lusso. L’argomento della nostra chiacchierata erano: le aziende da incubo.

Ci siamo focalizzati su due aziende di cui per ovvi motivi non posso fare i nomi.

La prima è una media azienda italiana di moda femminile, un brand molto noto in Italia ed all’estero, con un prodotto di qualità sia dal punto di vista manifatturiero che da quello creativo. Sul mercato da oltre 30 anni ha imboccato il viale del tramonto ma con l’immissione di nuovo capitale ed una nuova gestione potrebbe fare utili davvero interessanti. Tenete presente che il suo negozio nel centro di Milano in un solo giorno anche in questo periodo di crisi ha fatturato € 100.000,00.

La seconda azienda è un giovane brand di moda femminile che a marzo durante la fashion week milanese ha presentato la sua seconda collezione dai forti contenuti creativi e di cui sentirete parlare a lungo se sopravviverà al suo attuale management. Qui il problema non è la mancanza di liquidità bensì quella di esperienza delle persone messe in alcuni ruoli chiave.

A questo punto, ti chiederai che cosa hanno in comune due aziende con uno storico così agli antipodi. Presto detto: dei titolari sordi ad ogni consiglio.

In entrambi i casi i fondatori non danno ascolto ai consulenti che hanno assunto. Sicuramente, potevano tranquillamente farne a meno e risparmiare i soldi spesi. Tanto a farle fallire ci stanno riuscendo anche da soli.

Nel primo caso la proprietà vive nella gloria del suo passato non capendo che dal 2008, a causa della grande crisi di sistema che stiamo tuttora vivendo, il mondo è cambiato. Per loro si è sempre agito così e si deve continuare nella medesima direzione. Il personale dell’azienda si è adeguato all’andazzo ed è demotivato. Quindi nessun investitore sano di mente potrebbe decidere di fornire capitale fresco a meno di non conquistare la maggioranza delle azioni.

Per questa società ci vorrebbe l’intervento di Tabatha Coffey la bionda parrucchiera di un fortunato programma televisivo mandato in onda da Real Time “Tabatha’s Salon Takeover”, in Italia “Tabatha mani di forbici”, il cui motto è: “Adesso, comando io. Dammi le chiavi della tua azienda”. La platinata protagonista di questa serie in una settimana, di solito, rimette in piedi ogni tipo d’impresa e la restituisce al legittimo proprietario risanata.

Nel secondo caso per gli azionisti, imprenditori di successo in altri settori, l’avventura nell’industria della moda è una semplice diversificazione dei loro business principali. Oltre a ciò ognuno di loro ha voluto mettere in un ruolo chiave un proprio referente con le conseguenze che potete immaginare, perché un’attività così complessa come quella dell’industria della moda non può essere lasciata nelle mani di manager improvvisati.

Per questa seconda azienda vedrei bene l’intervento dello Chef pluristellato Gordon Ramsay, noto per non avere peli sulla lingua ed essere alquanto irascibile. Sarebbe uno spettacolo vederlo affrontare con i suoi modi spicci il board della società e licenziare i manager incapaci.

La morale di tutta questa storia, miei cari imprenditori, è che quando assumete un consulente, che magari pagate profumatamente, dovete fidarvi di lui poiché è nel suo interesse portarvi al successo. Infatti, più bravo sarà nel fare il suo lavoro più la sua reputazione crescerà assicurandogli ottimi introiti futuri.

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A questo punto, mio caro lettore, non mi resta che salutarti e darti appuntamento al prossimo post.

Ma prima di lasciarti ti invito, se hai un progetto da lanciare o un business da rilanciare poiché in sofferenza, a richiedere la mia consulenza e, se ti è piaciuto e lo hai trovato utile, a condividere questo articolo coi tuoi amici. Grazie!

E ricordati:

Sii indipendente, reinventati e fai la differenza!

Federico