Giovanni Villa. Da Leonardo da Vinci a The Voice Beck

Oggi, mio caro lettore, ti propongo la mia intervista a Giovanni Villa, il quattordicenne fondatore di The Voice Beck, un social magazine cioè un social media che ha l’interfaccia tipica di un magazine online, poiché in questo modo si facilita la circolazione delle idee, delle informazioni e delle opinioni tra i membri della intera community, e la struttura tipica di un social network dove ognuno è parte di una micro-community formata dai propri amici.

Da dove nasce l’idea di The Voice Beck?

Alla base della mia idea di creare un social network ci sono stati quattro elementi, che mi hanno molto coinvolto ed emozionato, e che hanno caratterizzato la scelta di sviluppare ciò che oggi è una vera e propria realtà.

Il primo elemento consiste nella visita che ho fatto assieme ai miei familiari al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano dove ho scoperto le mappe mentali di Leonardo da Vinci, che in seguito ho adoperato per costruire la struttura che permette la condivisione dei contenuti a livello nazionale ed internazionale in The Voice Beck.

Il secondo è stato la visione di un documentario venezuelano, che ha lasciato un segno indelebile nella mia anima. In esso si narravano le vicende di alcune persone che, nonostante, fossero molto povere s’impegnavano in favore del loro prossimo attraverso lo scambio reciproco del proprio tempo libero.

Il terzo elemento che mi ha influenzato è stato il film con Kevin Spacey “Un Sogno per Domani” (Pay It Forward) in cui il famoso attore è l’insegnante di un ragazzino idealista, Trevor, che vuole cambiare il mondo e renderlo migliore attraverso “Passa il Favore”. La sua idea era che ogni persona dovesse fare qualche cosa di veramente importante per altre tre persone. Queste a loro volta avrebbero dovuto restituire il favore non all’individuo che li aveva aiutati bensì ad altri tre sconosciuti. Col tempo si sarebbe ingenerato un meccanismo virtuoso che avrebbe coinvolto intere nazioni e continenti facendo del mondo un posto migliore.  

L’ultimo fattore che mi ha spinto a progettare The Voice Beck è stato il recente sisma che ha colpito l’Emilia Romagna, l’area del mantovano ed una parte del basso Veneto, e che ho vissuto in diretta.

Quella notte, infatti, la mia famiglia ed io la passammo in giardino a causa del grande spavento che ci colse dopo la prima forte scossa.

Quell’esperienza è stata il fattore scatenante che ha dato il via a tutta una serie di riflessioni che mi hanno portato ad immaginare uno strumento capace di far comunicare tutti con tutti ed in ogni condizione possibile. A questo punto ho raccontato l’idea al mio papà e da lì è cominciata l’avventura che ora è realtà. 

The Voice Beck nasce con lo scopo di fornire ai suoi utilizzatori uno strumento informatico in grado di diffondere idee, opinioni, informazioni e di connettere persone, aziende e mass media in tutto il mondo. Svincolando la circolazione dei contenuti dai fastidiosi filtri della rete di amicizie e del luogo.

Quanti anni avevi all’epoca in cui ideasti il tuo social?

All’epoca in cui ho progettato The Voice Beck avevo 12 anni.

Data la tua giovanissima età quali ostacoli si sono frapposti tra te e la realizzazione del tuo progetto?

Ti dico la verità, poi tu scrivi quello che vuoi.

Il primo ostacolo che la mia famiglia ed io abbiamo dovuto affrontare è stato il totale disinteresse da parte delle istituzioni che in altri paesi accompagnano la nascita e la crescita delle start-up tecnologiche dando un supporto sia economico sia organizzativo.

Ti faccio un esempio concreto. Ci siamo rivolti al Politecnico di Milano con la speranza di trovare un interlocutore valido con cui confrontarci e sviluppare i complessi algoritmi alla base di The Voice Beck. Al contrario abbiamo incontrato una burocrazia asfissiante che ci ha fatto perdere del tempo prezioso e sprecare denaro. Dal loro atteggiamento si capiva che non avevano fiducia in me e nel mio progetto. Chiaramente, hanno avuto una visione miope. Non essendo io un perito informatico o un laureato in ingegneria bensì un ragazzino hanno preso la cosa sottogamba.

Quello che non hanno capito è che così facendo hanno dato uno stimolo in più a me ed ai miei familiari per impegnarci nella realizzazione della mia idea. 

A quel punto ci siamo mossi in prima persona. Abbiamo selezionato un pool di ingegneri e di tecnici informatici che hanno reso reale quello che fino ad allora era stato un semplice progetto disegnato su un foglio di carta A4.

Alla luce dei fatti, come capirai, il mio giudizio sulle istituzioni che ho incontrato non può che essere negativo. Il mio rammarico, inoltre, è che il nostro Paese se persisterà nel fare affidamento su persone che non hanno una visione più ampia del mondo non potrà generare sviluppo economico e nuova occupazione.

Permettimi, infine, di aggiungere che grazie al lavoro di tutti coloro che a vario titolo si sono impegnati perché The Voice Beck venisse alla luce, a mio giudizio, per la prima volta abbiamo l’occasione di sfidare gli americani sul loro stesso terreno.

Le istituzioni italiane ti hanno favorito in qualche modo?

A dire il vero, solo il Ministero della Pubblica Istruzione fece, all’epoca, un timido tentativo presso le istituzioni americane per capire se, visto il mio comprovato talento nel campo informatico, ci fossero le condizioni per farmi proseguire gli studi negli Stati Uniti, ma trovandosi di fronte ad un caso eccezionale (un esperto informatico di 12 anni, ndr), alla mancanza di una legislazione a riguardo ed alle restrittive norme statunitensi sull’immigrazione si arrese quasi subito comunicandomi l’impossibilità di realizzare il mio sogno americano.

Hai provato a proporre il tuo progetto negli USA? Con quale risultato?

Sì, a seguito dell’interessamento al mio progetto da parte di una società di investitori di Palo Alto in California, la quale ci richiedeva anche l’ammontare del nostro fabbisogno economico. 

Forti di questa richiesta avevamo deciso, quindi, di trasferirci laggiù. Ma ancora una volta le autorità americane, con grande sorpresa da parte nostra, viste le normative molto restringenti in fatto di immigrazione ci hanno rifiutato i visti per lavorare nel loro paese.

Quali suggerimenti daresti al nostro governo ed alla nostra classe dirigente per sviluppare la “New Economy” in Italia in modo da trasformare il Paese nella Silicon Valley europea?

Se potessi parlare con i nostri governanti gli direi di abbassare le tasse e di sburocratizzare il Paese. Non servono finanziamenti pubblici che, poi, finiscono nelle tasche dei soliti noti. Il mercato ed il merito farebbero emergere i talenti presenti in Italia che trovando un ambiente favorevole non avrebbero più alcun motivo per fuggire all’estero.

Quali sono le potenzialità di The Voice Beck?

The Voice Beck è stato ideato e strutturato attraverso le mappe mentali di Leonardo da Vinci in modo tale che i contenuti che il singolo utente pubblica siano visibili a tutta la community degli iscritti indipendentemente dalla sua rete di amicizie.

Abbiamo lavorato tantissimo per rendere una piattaforma molto complessa semplice e intuitiva da usare per gli utenti e con un grado di sicurezza di tipo militare a tutela della privacy.

The Voice, cioè la landing page che appare all’utente una volta che ha effettuato l’accesso dalla homepage, ha il lay out tipico di una testata giornalistica. Abbiamo scelto questa interfaccia utente poiché è familiare a tutti.

Ogni membro della community può pubblicare i propri glob corredandoli di foto, link e video sul The Voice della propria nazione (ad es. The Voice – Italia) oppure, se lo ritiene opportuno per la diffusione delle sue idee, li può pubblicare su quelli delle altre nazioni rendendoli così visibili a tutti gli iscritti a prescindere dai filtri della rete di amicizie e del luogo. Si crea, in questo modo, un unico social magazine globale.

Chiunque su The Voice può interagire sempre con chiunque in maniera libera e democratica. Questo poiché il nostro algoritmo premia il valore dei contenuti pubblicati facendo emergere il glob più apprezzato dalla community.

Inoltre, per permettere ai membri della community di essere costantemente aggiornati su quello che accade nel mondo vi sono la Breaking News, in collaborazione con l’ANSA, ed all’interno del pannello di controllo, che si trova nel profilo privato, vi è un collegamento diretto coi Mass Media.

Il tutto ci tengo a precisarlo è e sarà, per sempre, gratuito.

The Voice Beck, inoltre, dà anche alle aziende la possibilità di promuovere i loro beni e servizi non solo attraverso i glob ma anche attraverso la categoria degli: Annunci, pensata proprio per le loro. 

Tutto ciò in modo totalmente gratuito sia oggi sia in futuro.

Su The Voice Beck per aumentare la portata del proprio messaggio, a differenza che su altri social network, non si paga. Bisogna, invece, pubblicare contenuti di qualità che incontrino i gusti dei membri della community. 

Come dicono gli esperti americani di social media marketing:

“Content is the King”.

Quali sono le differenze tra The Voice Beck ed un qualsiasi magazine online?

La differenza è semplice. Sul mio Social Magazine tutta la community può esprimere le proprie idee e le proprie opinioni in merito alle varie notizie globbate senza le censure preventive di un editore o di un comitato di redazione. I contenuti di valore acquistano visibilità grazie ai glob che ricevono e ad uno speciale algoritmo che ne favorisce l’emersione su The Voice e sulla News Line. 

Su The Voice Beck fanno fede la responsabilità personale e la democrazia.

Perché è uno strumento democratico e meritocratico?

Ehhh! Bella domanda. Su questo punto ho in parte, già, risposto in precedenza. La stampa, la radio e la televisione hanno dei filtri. 

The Voice Beck, invece, dà la possibilità a tutti di poter esprimere le proprie idee, i propri disagi e raccontare anche i propri successi in modo semplice e totalmente libero. In questo modo si ha la possibilità di essere letti o visti in tutto il mondo e da tutti.

Come The Voice Beck può promuovere la fratellanza e la comprensione fra i popoli?

The Voice Beck può promuovere la fratellanza e la comprensione fra i popoli perché è uno strumento democratico che promuove l’interazione ed il confronto tra i membri della community delle diverse nazioni. Inoltre, attraverso la Banca del Tiempo vogliamo facilitare la diffusione della solidarietà tra le persone e lo scambio di buone azioni. In questo sono stato ispirato sia dal film “Un Sogno per Domani” sia dal documentario di cui ho parlato all’inizio dell’intervista.

Il tuo Social Magazine, oltre al risvolto ludico, ha dei forti elementi di impegno sociale a favore degli ultimi ed è l’unico social network al mondo, per quanto ne sappia, che è nato con tale impostazione. Puoi parlarci, per favore, di questo aspetto? 

Quel che dici è vero. Noi vogliamo avere un occhio di riguardo per il Terzo Settore. Infatti, all’interno del pannello di controllo posto nel profilo privato, oltre alla Banca del Tiempo, l’utente troverà la possibilità di fare delle donazioni in favore delle Onlus. Al momento abbiamo stretto accordi con una sola Onlus ma contiamo di stringerne presto altri.  

A riguardo voglio precisare una cosa. Non saremo noi a raccogliere i soldi delle donazioni bensì reindirizzeremo il donatore sul sito web dell’associazione da lui scelta dove troverà tutte le indicazioni per contattarla e per effettuare la sua elargizione.

Come amiamo definirci noi: “Siamo un social fuori dagli schemi”.

* * *

A questo punto, mio caro lettore, non mi resta che salutarti e darti appuntamento al prossimo post.

Ma prima di lasciarti ti invito, se hai un progetto da lanciare o un business da rilanciare poiché in sofferenza, a richiedere la mia consulenza e, se ti è piaciuto e lo hai trovato utile, a condividere questo articolo coi tuoi amici. Grazie!

E ricordati:

Sii indipendente, reinventati e fai la differenza!

Federico

4 pensieri su “Giovanni Villa. Da Leonardo da Vinci a The Voice Beck

  1. Molto interessante! Proveremo anche questo. Tanti piccoli semi di noi stessi dispersi nell’etere. E i nostri doppi si ri-incontreranno all’infinito in luoghi virtuali sempre diversi. A questo punto sorge spontanea una domanda: non sarebbe utile creare una sorta di interfaccia (unica) con la quale e dalla quale gestire le nostre varie identità almeno simultaneamente, se proprio non è più possibile ricomporci come unità?

    • Caro Ghostbox,

      penso che in un futuro non lontano ci arriveremo. Probabilmente, connetteremo il nostro corpo con un macchinario che ci farà interfacciare con il nostro avatar il quale agirà sui social network in vece nostra e passeremo da uno all’altro con un semplice battito di ciglia.

      • Penso invece che più probabilmente sostituiremo il nostro corpo con un macchinario, oppure che non esisteremo più come corpo ma solo come impulso all’interno di una struttura artificiale. Mi viene in mente una puntata del dott. Who in cui alcune persone venivano “risucchiate” da appositi marchingegni e finivano intrappolati nella rete. Poi il Doc ha dovuto downloadare l’anima di queste persone per riunirle al loro corpo! Buona serata (vado a dissetare il mio corpo)

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